Descrizione
“La tecnologia spesso ci induce ad abbassare il nostro livello di attenzione anche nelle normali attività della vita – spiega il dirigente dell’Ufficio legale Carlo Popolizio - . Accade così che, sempre più spesso, i danni causati da disattenzioni come guardare il telefonino mentre si cammina a piedi o in auto, o peggio ancora mentre si circola in bicicletta, vengano imputate da alcuni cittadini alle insidie di strade, alberature e marciapiedi. Tali pretese sfociano poi in contenziosi, a volte, anche giudiziari. I magistrati prendono in considerazione ogni singola circostanza della pretesa tenendo in debita considerazione le anzidette ‘pericolose distrazioni’. Accade così che cospicue pretese risarcitorie (30.000 – 50.000 euro) vengono rigettate, non solo dal nostro Ufficio legale ma anche, e soprattutto, dall’attento scrutinio giudiziario con puntuali e condivisibili motivazioni”.
Il dirigente riporta tre casi che hanno visto il Comune assolto da responsabilità risarcitoria: una caduta dovuta alla presenza di un dislivello della pavimentazione, un tombino con relativo avvallamento evitabile con una condotta “prudente e accorta” ed il caso in cui la P.A. dimostri che un danno “sia stato determinato da cause estrinseche ed estemporanee create da terzi (come ad esempio la perdita o l’abbandono sulla pubblica via di oggetti pericolosi, l’apertura di una grata da parte di terzi, oppure perdita d’olio ecc.) non conoscibili né eliminabili con immediatezza”.
Ultimo aggiornamento: 15 novembre 2023, 21:04